Gli articoli

di Umberto Bernacci

- Il mondo dove non si sa amare
- A proposito dell’amicizia
- Lo strano mondo della finzione
- La crisi è un’opportunità

Il mondo dove non si sa amare

Un Se’ Separato dice: Questo è un mondo dove non si sa più amare…bastano pochi giorni per togliere valore ad anni di TI AMO…in un attimo tutto si stravolge e si passa da un letto ad un altro, senza più combattere per la propria coppia, senza più difendere i valori che si esaltavano fino al giorno prima, mentendo, giocando coi sentimenti altrui, fingendo.
E’ deludente questa continua vacanza dove l’onestà, la serietà, l’Amore proclamati vengono svenduti alla prima occasione, giustificandosi tutto e dando la colpa agli altri.
Che tristezza!
Quale alternativa resta a chi cosi non si comporta?
A chi si immola volontariamente sull’altare dell’Amore anche se questo è ormai separato?
Per quale scherzo dello Spirito chi ama di + deve passare attraverso tutto ciò?

Quale dura, durissima lezione va imparata? Quanto perdono va rilasciato?
Quanti sfregi nell’Anima vanno ricuciti prima di guarirci?
Un Se’ Unito risponde:
Tutto è perfetto cosi com’è…non esiste tradimento perché la fiducia va donata e non scambiata e non dipende da cosa viene restituito…la debolezza, la ricerca, il “cadere” fanno parte di questo mondo separato…fino a che la vibrazione energetica dell’individuo non è cosi raffinata dall’Essere Ciò che E’, capace di attrarre energie più elevate, al punto di mantenere inalterati i propri valori più alti…e se l’individuo non ha la consapevolezza adeguata a fare tutto ciò…pazienza!

A proposito dell'Amicizia

A volte capita di fare il punto della situazione sulla propria vita e, in particolare, sui nostri valori e tra questi un posto importante appartiene all’amicizia, una delle perle più rare della nostra esistenza.
Perché i rapporti di amicizia sono così difficili da creare e da mantenere?
Secondo il dizionario della lingua italiana Devoto-Oli amicizia significa “reciproco affetto, costante e operoso, tra persona e persona, nato da una scelta che tiene conto della conformità dei voleri o dei caratteri e da una prolungata consuetudine”.
Sul “reciproco affetto” non vi è nulla da dire, è la base affinché questo sentimento esista.
Sul “costante e operoso” già indica sforzo, se non fatica e questo fa si che molti non ritengano opportuno investire troppe energie in essa, magari togliendole ad altre cose che ritengono prioritarie. Ciò è quanto ravviso quotidianamente nel nostro tempo: le persone preferiscono scrivere messaggi sui telefoni cellulari, e-mail, chat, blog e social, piuttosto che “affrontare” una conversazione personale priva di filtri protettivi, senza nessun firewall!
In merito alla “ scelta che tiene conto di .. voleri, caratteri e prolungata consuetudine” spesso accade che non si accetti il carattere dell’altro e i suoi comportamenti, presi come siamo dallo sport preferito del nostro tempo: giudicare il prossimo.
Il tempo, poi, molte volte completa il disfacimento dei rapporti perché somma alla pigrizia anche la vecchiaia ed i diversi orientamenti che prende la vita di ognuno.
L’amicizia è un riconoscersi che avviene spontaneamente e che, pur accadendo in virtù di presupposti che ci sono per lo più oscuri, viene passata al setaccio dei nostri canoni sociali ed educazionali, attraverso la nostra mente.
Ma, soprattutto, l’amicizia è un regalo dello Spirito che ci ha posto accanto qualcuno che può renderci la vita più gradevole, felice, ampia e che ci permette di lasciare un segno del nostro veloce passaggio, perché.. almeno qualcuno si ricorderà di noi…
Usiamo la stessa gentilezza che abbiamo nell’aprire la porta ad una donna o nel lasciare il posto ad un anziano sui mezzi pubblici, per onorare i nostri amici, perché sono loro che ci difendono dalla solitudine e dall’oblio.
Senza amici siamo più poveri…più tristi e più soli… mentre, invece, con loro siamo più ricchi…più forti… più completi…

Umberto Bernacci

Lo strano mondo della finzione

Molte persone sono incapaci di essere chiare, sincere, vere …
La maggior parte dei rapporti sono basati su quello che ognuno pensa che gli altri siano in grado di accettare o di sopportare, almeno questo è quello che molti si raccontano.
Invece quello che veramente succede è che si mente a se stessi e poi agli altri.
I pochi che hanno il coraggio dei propri sentimenti e che parlano con chiarezza sono difficilmente accettabili o lo sono fino ad un certo punto.
Parli con le persone e ti dai a loro, ma questo forse non serve a smuovere chi non è pronto, forse.
E’ un dolore andare avanti così per chi invece apre il proprio cuore … è un dolore…
Ogni volta che tu cerchi di essere te stesso fino in fondo, poi, però, comprendi che è più accettabile chi si nasconde e si protegge piuttosto di chi si svela…perché fa paura sentire la forza dell’Amore a chi ha scelto di corazzarsi nell’illusione di non poter essere ferito…
Ma, si sa, la purezza non fa parte di questo mondo, se non in rari esemplari che potremmo chiamare Angeli…
La capacità di aprire il proprio cuore con sincerità e lasciar fluire i propri sentimenti e le proprie emozioni senza nascondersi è indice di coraggio e di consapevolezza.

The Venetian - Las Vegas

La crisi è un’opportunità

La fobia crescente di questi ultimi anni riguardante la crisi e la recessione sta creando una realtà sempre più greve e simile a quella paventata.
Ognuno ci mette la sua buona dose di pessimismo, tutti parlano della crisi, dei politici corrotti, delle multinazionali infami, si fanno scioperi, si protesta, si urla, a volte si picchia, qualcuno si suicida.
Gente che resta a casa senza lavoro, attività che chiudono, aziende in crisi, operai e ingegneri vengono licenziati, maestre e bidelli vengono ridotti, i bambini sono sempre meno bambini.
I media ne parlano a iosa e, grazie al gran numero di persone che raggiungono, cristallizzano una coscienza collettiva che fa si che la crisi diventi sempre più reale, perché tutti ce l’aspettiamo.
Non sappiamo nemmeno con chi prendercela e di volta in volta imputiamo colpe alle multinazionali, ai politici, ai governi, ai finanzieri e subiamo gli effetti della pubblicità che noi stessi facciamo di tutto ciò parlandone all’infinito…
Ma tutto questo ci fa bene o no?
Ci rende più reattivi o ci frustra facendo si che aumentino pessimismo, disillusione e violenza?
E perché mai molti pensano che l’unico modo per cambiare le cose sia una rivoluzione?
Non ci mancano esempi dalla storia di trasformazioni avvenute in maniera non violenta: Gandhi, che praticamente da solo ha portato l’India all’indipendenza, Gesù Cristo, che si è fatto crocifiggere quando avrebbe tranquillamente potuto provocare un sollevamento delle masse ed altri ancora.
Non vogliamo ancora imparare?
La ribellione nasce ed è schiava dell’evento e della situazione a cui si sta opponendo, non esisterebbe autonomamente; reiterare all’infinito l’opposizione tra bianco e nero, uomo e donna o forte e debole serve più che altro a restare su di un piano conflittuale, non certo a cambiare nulla.
Chiunque può rendersi conto che percepire la vita in modo positivo ed espanso gli permette di avere maggiori risultati che non quelli che otterrebbe essendo pessimista e vedendo tutto difficile.
Se la sera torno a casa dalla mia famiglia con il sorriso porterò con me un’energia positiva e lieve, viceversa, se arrivo cupo e arrabbiato trasmetterò questo tipo di energia a tutti; questo vale anche per l’ambiente di lavoro e nelle relazioni sociali.
Queste cose le sappiamo tutti.. E allora perché non le mettiamo in pratica?
Perché, invece di continuare a parlare di crisi, di recessione, di problemi di fronte ai quali siamo apparentemente impotenti, non cambiamo il nostro atteggiamento?
Forse potremo crearci una realtà un po’ più lieve!
Non si tratta di ignorare la realtà ma di guardare le cose da un’altra prospettiva per comprendere che, forse, non tutto viene per nuocere: affrontare determinati cambiamenti nella vita richiede tempo ed energia, ma continuare a vedere ogni cosa come un problema fa si che lo diventi.
Questa presunta crisi con che cosa ci sta facendo confrontare?
Abbiamo, grazie a tutto ciò, la grande opportunità di guardare noi stessi, di cambiare dall’interno perché questo è il modo migliore di portare una novità anche all’esterno.
Osserviamo la nostra vita, agiamo secondo i nostri reali valori personali, impegniamoci affinché la nuova realtà sia aderente a noi e non a quanto il mondo sociale ci spinge ad essere.
In conclusione sviluppiamo la comprensione che tutto ciò che accade è per il nostro meglio, per la nostra evoluzione e che, sfruttandolo a nostro favore, possiamo veramente fare molta strada.
Usiamo la nostra nuova chiarezza per evolverci, compiamo scelte innovative senza paura, diamoci, finalmente, lo spazio e la considerazione che meritiamo, saremo felici e realizzati, porteremo gioia in ogni manifestazione della nostra vita e cambieremo noi stessi ed il mondo che ci circonda!
Umberto Bernacci
19 settembre 2013

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