Il mondo è inquinato, la plastica è ovunque, le auto devono essere fermate (ma non le caldaie che inquinano di più e l'eccessivo e intensivo allevamento delle mucche che è ancora peggio), dobbiamo fare la raccolta differenziata, il clima è nel caos, oggi fa troppo caldo, ieri troppo freddo, domani forse troppo umido oppure arriverà un uragano, un monsone o come minimo una tromba d'aria (nemmeno a pensarlo che tutto questo sia parte di una ciclicità climatica) ecc.ecc.ecc.
Insomma siamo allo stremo, il mondo non ce la fa più, che triste fine stiamo facendo, le speranze ormai sono ridotte al lumicino.


Oggi sono stanco di essere politicamente corretto (in realtà lo sono poco già di solito), di fare il buonista (idem) e di essere accomodante verso i pensieri di tutti.
A questa realtà materiale e fisico-corporea, che personalmente ritengo essere solo un grande set teatrale, vorrei che cambiassimo il copione e diventasse più positiva e meno soffocante, più basata sulla leggerezza e meno sulla paura di cose che non sono ancora avvenute e che, per quanto ne sappiamo, potrebbero non avvenire mai e che, in ogni caso, anche se vissute con ansia e tensione non cambiano il risultato.


Certo se ancora pensiamo che i cambiamenti avvengano attraverso il terrore e la disperazione, beh, allora non abbiamo imparato nulla dalla Storia. Il cambiamento avviene a partire dalla persona che poi, attraverso il suo esempio anche silenzioso, lo porta ad ingrandirsi in cerchi concentrici sempre più grandi e non può essere forzato in nessuna persona perché ognuno cambia con i suoi tempi. L'esempio, la dolcezza, la fermezza nel nostro agire senza sfociare nell'aggressivita', concentrarci sul nostro cammino porta ad un cambiamento, la paura, la rabbia, il pessimismo fanno solo peggiorare le cose.


A ben pensare questa realtà l'abbiamo creata noi e quindi la possiamo sempre cambiare, cambiando giorno per giorno i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni e, infine, affidandoci all'Intelligenza Creatrice.
In fondo credo che a molti piacerebbe andarsene dal palcoscenico con il sorriso anziché digrignando i denti e siccome tutto questo è già cosi serio, riderci sopra non credo che farebbe poi così male.


Umberto Bernacci